Affittacamere vicino Anfiteatro Romano

Area di interesse archeologico a Cagliari

L’anfiteatro romano. Costruito tra I e II secolo d.C., è il più importante di tutta l’isola fra i resti archeologici


A pochi minuti a piedi da L’isola che c’è si trovano alcune delle principali attrattive storico-artistiche del capoluogo sardo. Fra tutte, occupa un posto di sicuro rilievo l’anfiteatro romano. Costruito tra I e II secolo d.C., è il più importante di tutta l’isola fra i resti archeologici attestanti la dominazione dell’impero: già nell’orbita romana a partire dal III secolo a.C., la Sardegna – insieme alla Corsica – fu provincia per tutta l’epoca repubblicana e poi anche per quella imperiale e entrambe le isole rimasero annesse all’impero sino alla sua caduta, per opera dei Vandali, nel 456 d.C. 

Edificato in gran parte nella roccia, alle pendici del colle del Buon Cammino, l’anfiteatro – che in origine pare si ergesse per oltre 20 metri d’altezza – poteva ospitare circa 10.000 spettatori, i quali occupavano le gradinate – disposte in tre ordini (ima, media e summa cavea) – a seconda della classe sociale di appartenenza. Vi si svolgevano combattimenti tra uomini e belve, lotte tra gladiatori, spettacoli teatrali; era inoltre la sede deputata alle esecuzioni capitali. Il podium, sistemato sopra l’arena, era destinato ai cittadini illustri; donne e schiavi potevano accomodarsi solo sull’ultima gradinata. Nei corridoi attorno all’arena erano disposte le gabbie contenenti gli animali da combattimento. 

Con il diffondersi del cristianesimo, gli scontri tra gladiatori – spettacolo crudele e violento –  divennero via via sempre più malvisti. Alla loro fine contribuì, inoltre, il progressivo declino economico dell’impero, dal momento che diventava sempre più difficile sostenerne i costi rilevanti.

Un primo passo fu compiuto da Costantino, che nel 325 d.C. cancellò la condanna ad bestias – cioè la pena capitale per “sbranamento”. In seguito, Teodosio decretò la chiusura delle scuole gladiatorie e Onorio, nel 404 d.C., vietò pubblicamente e formalmente le lotte tra gladiatori. Con la fine di questo costume sanguinoso, gli anfiteatri vennero progressivamente abbandonati. Quello di Cagliari fu utilizzato – tra alto medioevo e medioevo – come cava da cui venivano estratti i materiali per l’edificazione di nuovi edifici. A quest’opera di saccheggio si contrappose, solo nel XIX secolo, un primo tentativo di recupero da parte del comune, che commissionò a Giovanni Spano – uno tra i maggiori studiosi sardi di archeologia – il recupero del sito archeologico. Oggi l’anfiteatro è visitabile e ospita, nella stagione estiva, concerti e spettacoli vari.


Come raggiungerlo: partendo da viale Buoncammino si arriva al Bastione di San Filippo per poi scendere a destra in viale Fra' Ignazio da Laconi.